Prima di Papa Francesco, molto
prima di Suor Cristina (la monaca
canterina di The Voice), Dio creò Don Leandro, il chierichetto ordinato
sacerdote nella Valle della Cupa. Aveva 20 anni appena quando promise di
dedicare la sua vita al prossimo, tenendolo per mano lungo il cammino segnato
due millenni orsono da Gesù. Nessuno, però, avrebbe mai potuto immaginare l’originalità
della sua missione.
Don Leandro è un perfetto organizzatore d’eventi, uno show man, un intrattenitore: nel suo Dna oltre alla fede, c’è lo spettacolo. Per questo è osannato come una popstar dai fedeli della parrocchia.
Don Leandro è un perfetto organizzatore d’eventi, uno show man, un intrattenitore: nel suo Dna oltre alla fede, c’è lo spettacolo. Per questo è osannato come una popstar dai fedeli della parrocchia.
Tra un Salve Regina e
un Padre Nostro, il buon pastore prepara il cartellone estivo del quartiere, contatta
i gruppi da far esibire, e a ridosso delle festività Natalizie pianifica i “casting”
per il presepe vivente. Sull’agenda personale non mancano, naturalmente, gli
itinerari turistici che spaziano dal Capo di Leuca fino al Monte Bianco,
sponsorizzati attraverso il "volantinaggio selvaggio" sui pali della pubblica
illuminazione e sui muretti a secco che delimitano il sentiero del fitness.
Dimenticavo,
all’elenco delle sue innumerevoli attività occorre aggiungere la sfilza di ricorrenze
religiose e non, celebrate con processioni agli orari più insoliti, fiere,
mercatini, cortei bandistici, e giochi pirotecnici…tanti, tantissimi fuochi d’artificio.
Don Leandro è conosciuto come uno
dei precursori italiani della “Cristoteca”, la tendenza di pregare ballando,
nata qualche anno fa a Rio de Janeiro. Le parole del Vangelo scorrono su
maxischermi giganti a ritmo di house music, hip hop, tecno, mentre in consolle
si alternano dj con la tonaca. Bisogna ammetterlo…La Chiesa, ne sa una più del
diavolo!
Dal Brasile al Salento, il passo
è breve: ecco trasformato il sagrato della parrocchia in una Cristoteca a cielo
aperto. Nelle sere d’estate, luci psichedeliche brillano sulla Corrida di Don
Leandro & company, creando la giusta atmosfera per interminabili maratone musicali che
evocano la grandezza di Woodstock.
E’ mezzanotte passata. Domani la mia sveglia
suonerà alle 6.30. Ho tanto sonno, ma i decibel della Cristoteca sono alle
stelle. Sul palco si alternano una decina di giovani musicisti: è il turno di
un gruppo reggae (incredibile, Marja sul sagrato della Chiesa!). Amo il reggae, ma sono stanca e voglio dormire. Lo stesso dicasi per mia cugina, che
da giorni prova a studiare coi tappi alle orecchie…abita a due passi da questo luogo di culto surreale, oramai provata dal susseguirsi di rave party cattolici.
Se da un lato Don Leandro può contare su uno stuolo di fan credenti, dall’altra i suoi “detrattori”, per lo più atei-agnostici, implorano una qualsiasi entità superiore pur di mettere fine alla tortura di concerti e veglie danzanti dal tramonto all’alba.
Se da un lato Don Leandro può contare su uno stuolo di fan credenti, dall’altra i suoi “detrattori”, per lo più atei-agnostici, implorano una qualsiasi entità superiore pur di mettere fine alla tortura di concerti e veglie danzanti dal tramonto all’alba.
E' proprio vero: il passato è il tempio dei rimpianti. Un tempo c’erano le soavi note di
preziosi organi in argento, le voci
bianche di cori angelici impegnati nell’esecuzione dell’Ave Maria di Schubert…oggi
va di moda la “Cristoteca”: cosa aspetti? Canta e balla con Gesù, oppure datti all’induismo!
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