N.B. Foto post-adolescenziale |
Strani amori adolescenziali,
sbocciati ai margini del “Boschetto”, o sulle panchine di Largo Magherita,
alias “La Villa”, entrati di diritto nella leggenda come luoghi di rendez-vous
e chiacchiere, risate e cazzotti, di passioni nate sotto la luna, scandite dal
reggae dei Sud Sound System. Erano i tempi in cui Nando e i suoi compari iniziavano
a declinare l’aggettivo Beddhra,
omaggiando le muse ispiratrici dellu
Salentu. Li vidi per la prima volta sul palco del vecchio campo sportivo, a
16 anni, reduce dalla prima delusione “sentimentale”, nel periodo “più
alcolico” della mia esistenza, quando con il resto della comitiva si
sperimentavano i cocktail acrobatici di Vincenzino,
in quel di Novoli.
Storie di andate e ritorni in sella a uno scooter o a bordo di una Renault 5 prossima alla demolizione, con le amiche di sempre, quando lo studio matto e disperato veniva interrotto dall’atteso squillo del cellulare.
Storie di rock and roll all’aperto e di Pasquette finite rotolando sull’asfalto,
dopo l’olimpionico lancio della focaccia sul lunotto, di bicchieri traboccanti
di Canei a San Martino o a San Lorenzo (che fine ha fatto il Canei, amaramente
sostituito dalla Tennent’s?).
“Nek, perché non Ci sei tu, Nek?” Fummo sull’orlo di una
crisi isterica. Accadde senza preavviso. Palco sprofondato? Compenso non accordato?
La faccenda rimase avvolta nel mistero. Con un’unica triste conseguenza: il concerto
non s’ha da fare.
Semmai, ci avrebbero rimborsato il costo del biglietto, 36.000 lire, unico sollievo in quella valle di lacrime. Abbiate pietà, eravamo solo delle QUATTORDICENNI!
E ancora, la musica che avremmo
voluto ascoltare dal vivo, ma che ingiustamente ci è stata negata, perlomeno agli albori
dell’adolescenza. Un fatto riprovevole, rimasto impresso come una cicatrice nella
memoria di molte mie coetanee: l’annullamento del concerto di NEK, al secolo
Filippo Neviani, organizzato allo stadio Vittorio di Trepuzzi, nel lontano
1997. Ero pronta, eravamo pronte, davanti agli insormontabili cancelli col
biglietto in mano, ad assistere alla perfomance del nostro idolo dagli occhi di
ghiaccio.
Lo avevamo sognato per mesi, dopo aver imparato a memoria le tracce
del suo ultimo lavoro “Lei, gli amici e tutto il resto”, su tutte “Laura non
c’è” e “Cuori in tempesta”. Disco acquistato a Ferragosto, in versione cassetta
tarocca (dalla bancarella di C********A), e ascoltato più volte nell’Audi 80 di
mio padre, mentre il resto della famiglia faceva il bagno nelle acque di Riva
degli Angeli.
La copertina del disco incriminato |
Semmai, ci avrebbero rimborsato il costo del biglietto, 36.000 lire, unico sollievo in quella valle di lacrime. Abbiate pietà, eravamo solo delle QUATTORDICENNI!
Segue…
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