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giovedì 19 giugno 2014

BLUE LAGOON - DIARIO DI MALTA

LE TRE CITTA'
Capitammo nelle grinfie di un tassista indemoniato. In preda alla fretta, il nostro accompagnatore si mise al volante guidando senza criterio per le strade di Sliema. Quando arrivammo a Bugibba baciai l’asfalto. Era notte fonda. La città dormiva. I lampioni disegnavano il profilo di casupole diroccate, consumate dal tempo. Quasi avessero rappresentato, nel secolo scorso, un precario riparo dal fuoco nemico.

Bus maltese

Al risveglio, l’isola di Malta svelò il suo volto. Dai vecchi autobus gialli (oggi fuori uso), Lupin osservava il paesaggio scolpito nelle colline, che un passo alla volta scivolava fino a raggiungere la Bahia di Saint Paul. 


La stessa che avremmo ammirato nei giorni seguenti dalla Torre Rossa, punto di osservazione privilegiato a nord dell’isola.
Saint Agatha Tower
Acqua limpida e sabbia finissima fanno della spiaggia di Mellieha un lembo di terra riservato ai cultori dell’ozio. Eppure alle 14.30, sotto la calura di luglio, incuriosita dalle geometrie e dai colori del santuario che svettava dall’alto, decisi che quella sarebbe stata la tappa successiva del nostro viaggio. Lupin si armò di pazienza, e cercò di mettermi in guardia, consapevole delle mie scarse possibilità fisiche: “Sei sicura di volerci andare adesso? La chiesa può sembrare vicina, ma in realtà bisognerà percorrere almeno due chilometri a piedi, e per di più in salita”.
Saint Paul Bay - Spiaggia di Mellieha (sullo sfondo il santuario)
L’animo da escursionista mi spinse verso l’ardua impresa, e così dopo un tempo indefinito di marcia sotto il sole, ci trovammo faccia a faccia con “Nostra signora di Mellieha”, il santuario dedicato alla Vergine, da sempre meta di pellegrinaggi. 

Io e Lupin formiamo una coppia di pellegrini atipici, poco sensibili al culto religioso, ma affascinati dalle linee architettoniche e dai panorami vista mare/lago. Fianco a fianco abbiamo percorso lunghe maratone in giro per l’Europa, calpestando la neve o agitando ventagli ricamati a mano, a caccia di qualche cupola da immortalare. 

Cadice - Andalusia
Dopo Malta, sarebbe accaduto a Cadice, nell’estate del 2012: camminammo oltre un’ora sospinti dal vento dell’Oceano Atlantico, sulle tracce della cattedrale barocca che domina Costa de la Luz, in Andalusia.

Un edificio barocco molto simile al santuario maltese…

La Valletta, Saint Julian, Paceville, Mdina, Rabat, Victoriosa. Fatta eccezione per il primo giorno, avremmo conquistato l’isoletta a Sud della Sicilia con l’ausilio di un mezzo a quattro ruote.
Con pochi spiccioli, noleggiammo una Picanto color aragosta, con volante sul lato destro. Sì, i maltesi guidano come gli inglesi, a causa della dominazione britannica risalente al 1800.
“Oh my god, questo ci arriva addosso”. Lupin superò l’impaccio iniziale nelle ore successive, affrontando i sorpassi a destra con gran dimestichezza. E però, al rientro in Italia, ebbe un pizzico di difficoltà nel recupero della sua postazione di guida.

Finchè la barca va, lasciala andare… da quella barca che ci portò sul meraviglioso isolotto di Comino sarei scesa dopo un paio minuti, se solo avessi potuto. Ma il desiderio rimase irrealizzato. Nel mio stomaco si scatenò il maremoto. La tramontana non ebbe alcuna pietà e mi flagellò per trenta minuti di fila all’andata, raddoppiando il carico al ritorno. Lo spettacolo della Blue Lagoon ha senz’altro ripagato quelle atroci sofferenze, ma in un’altra vita attenderei la bonaccia prima di ripetere l’esperienza.


Circondata da promontori rocciosi (e dunque riparata dalle raffiche di vento), la laguna è un’oasi cristallina, da esplorare a piedi nudi a contatto con la natura selvaggia. Lupin mi prese in parola…lasciammo la caletta e ci tuffammo in mare per il remake di “Laguna Blu”, il film del 1980 diretto dal regista Randal Kleiser.
Blue Lagoon
Negli abiti succinti di Christopher Atkins e Brooke Shields, raggiungemmo a nuoto l’altro versante della laguna. A poche bracciate dal traguardo, fu Lupin a trascinarmi fino alla riva. Il promontorio era lì davanti a noi. Ci chiese di sfidarlo. In compenso avrebbe donato ai coraggiosi scalatori una delle viste più suggestive dell’arcipelago dei Cavalieri. Attraversammo a piedi nudi i sentieri di terra rossa fino a toccare la cima. Il cuore del Mediterraneo pulsava sfavillante sotto i nostri occhi.

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