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mercoledì 24 giugno 2015

TUTTA COLPA DI FREUD?

“Vivo di emozioni”. Cito un mio caro amico che ogni estate snocciola perle di saggezza, creando veri e propri tormentoni. Piuttosto oserei dire che “viviamo di illusioni e delusioni”, date e ricevute. Questo vale per la gente che frequento. Da sempre. Un nucleo variabile di donne e uomini affetti da sbalzi d’umore, tendenzialmente insoddisfatti e psicolabili. Bipolari. Siamo uno nessuno e centomila, moltiplicati per X. E’ una condanna, ma si cerca di sopravvivere su questo angusto spicchio di pianeta, dove il sole sbuca con una certa frequenza dandoci la parvenza di un domani migliore. 

Unica consolazione, perenne e immutabile, resta il mare, al quale ci affidiamo in base alle indicazioni della rosa dei venti, ovvero in base alle movenze dei miei tendaggi casalinghi, che hanno generato una degna erede del colonnello Giuliacci. Ionio o Adriatico? Manda un whatsapp e riceverai il bollettino meteo completo, in tempo reale. Il caldo dà alla testa, ne sono consapevole, ma questo stato d’animo collettivo ha origini più remote e profonde.

Era una notte buia e tempestosa. In cielo guizzavano fulmini e saette, mentre un covo di streghe si riuniva per un sabba straordinario convocato all’ultimo minuto, ai piedi della “Scisa de Campi”.
“Quelle ragazzette e i loro amici meritano una lezione” si levò stridula la voce della più anziana, bramosa di vendetta. “Semi di cicoria, sangue di pipistrello, polvere di meteorite… dono alla banda degli irriverenti peripezie, turbolenze e una buona dose di colite/gastrite”. Il malocchio, oramai, pendeva sulle nostre teste, colpevoli di aver suscitato uno dei peggiori sentimenti: l’invidia. Mesi prima, le figlie di Crudelia non avevano visto di buon occhio il successo amoroso e professionale di un membro del gruppo, oggi residente in Inghilterra insieme alla sua pulzella dagli occhi blu.


Fu l’inizio di una serie di disavventure sentimentali e lavorative: l’incantesimo sconvolse le nostre esistenze, già provate dalle numerose ansie ereditate da bisnonni e affini. Lisa si innamorò di un marinaio americano, che veniva a trovarla ogni estate con la solita fandonia del matrimonio, puntualmente rimandato di anno in anno. Luca, alla soglia dei 40, adescava 20enni su Internet per le sue serate da eterno Peter Pan in discoteca, mentre Andrea puntava sulle over, le cosiddette milf, tra le cui braccia si sentiva amato e protetto. Paola e Chiara alternavano momenti di singletudine a lunghe fasi di stabilità di coppia, turbate all’improvviso da colpi di fulmine devastanti o da crisi interiori mai risolte. 

Intanto il mondo continuava a girare: orde di coetanei si giuravano amore eterno, procreavano una o più volte. Accantoniamo l’imperfetto. Questo accade ancora oggi, e in maniera più insistente: i matrimoni degli altri fioccano; capita ogni tanto di essere chiamati in causa come invitati, di dover sborsare denari che di questo passo non verranno mai “restituiti”. E giù di super alcolici per dimenticare in fretta. Per dimenticare in primis la fatica comportata dalla scelta del vestito da cerimonia (traffico, parcheggio, commesse invadenti, bancomat che langue), per dimenticare i fallimenti degli ultimi 30 anni, e per provare a riderci sopra. Ché in fondo questo è il male minore, e prima o poi l’incantesimo si spezzerà. Forse.

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