Post più popolari

venerdì 19 dicembre 2014

OGNI BENEDETTO NATALE

Venuto alla luce il Salvatore del mondo, lo scambio dei regali assumeva puntualmente le sembianze di un Portobello di bassa lega. Sul divano della casa presa in affitto cresceva l’accozzaglia di cianfrusaglie, molte delle quali reperite last minute dalla cartoleria dietro l’angolo. Ogni Natale la stessa scena. Lo stesso film. Regali fatti “con il cuore” ad ogni singolo componente della comitiva, che per estensione era equiparabile alla più numerosa tribù degli Aztechi mai riportata sui libri di storia. Penne e matite erano in cima al paniere dei doni natalizi, insieme agli immancabili e inutili portachiavi, dispersi da tempo per le strade del mondo, magari stipati nei bidoni dell’immondizia. Sì, accadeva anche questo. Perché la locuzione latina “De gustibus non est disputandum” non può essere ritenuta verità assoluta. Soprattutto se ricevi in dono un qualsiasi oggetto non meglio identificato, foderato con della carta da parati. Il kitsch non deve essere giustificato in alcun modo. E’ spazzatura.

Servirebbe dunque un nuovo pensiero filosofico, da diffondere tra gli abitanti del pianeta: non più il riciclo di strenne di cattivo gusto da rifilare ai propri nemici, bensì il divieto di acquisti orripilanti, al fine di incrementare il risparmio globale, con buona pace dell’economista John Maynard Keynes, che ci ha inculcato il vizio di spendere, trasformandoci in una massa di consumatori dalle mani bucate.

Qualche cambiamento, ringraziando il cielo, c’è già stato: con il passare degli anni, siamo riusciti a ridurre la cerchia degli eletti, portando la lista dei regali ad un numero ragionevole, contribuendo così a ridurre i livelli di panico pre-natalizio che ci affligge da sempre. Scusate, piccola parentesi. Mi sovvengono in questo istante i bellissimi braccialetti ricevuti in dono da un caro amico emigrato nella capitale, degni degli accessori di Barbie. Era il 25 dicembre del 2009 (?).
Tutto ciò avveniva, come di consueto, tra le mura di una gelida catapecchia, che decoravamo senza particolare slancio artistico, per una mera parvenza natalizia. I tappi degli spumanti prendevano il volo insieme ad improvvise imprecazioni da osteria, dettate dall’alcol o dalla rabbia scaturita da una disfatta al tavolo da gioco. La Casa delle feste, in realtà, era una bisca. Memorabili le gesta di colei che barava con destrezza, truffando chiunque le capitasse sotto tiro. Nessuna pietà: l’imperativo era vincere. Che si trattasse del gioco del “Morto”, conosciuto anche come “Asu ca fuce” (l’asso che fugge),  del Mercante in fiera,  dei mazzetti, o di quella diavoleria statunitense delle carte da UNO, l’effetto sortito era sempre lo stesso: un gruppo di ludopatici pronti ad inventare qualsiasi tranello pur di mettere in saccoccia il gruzzolo di monete custodito nel bicchiere di plastica. “Scunzamuuuu!” Una voce si levò in preda all’ira funesta, dopo un +4 rifilato dall’avversario (vedi regole del gioco UNO). Non avrei potuto sopportare l’ennesimo fardello. Mi alzai dalla sedia e con uno scatto felino misi fine a quella tortura mischiando le carte sul tavolo. “Che abbia inizio una nuova partita.” Un vero coup de théâtre.

Ma nessuno ha mai raggiunto i livelli di colui che si ingegnava nel gioco del morto per rubare le vite ai sopravvissuti. La sua condanna era morire prima degli altri. La nostra subire i suoi stratagemmi. In molti ci sono cascati, aprendo bocca e cedendo la vita al diabolico zombie. Sillabava offese provocando l’avversario, offriva birra e cioccolatini, rubava borsette e cellulari estorcendo risposte telefoniche. Litri di lacrime sono stati versati grazie alle sue trovate geniali.


Ed eccoci, a pochi giorni dal Natale, che coincide con un compleanno speciale, ancora una volta di corsa,  alla perenne ricerca del regalo giusto. Il tasso di schizofrenia è alto, il portafogli sempre più vuoto. Tra epurazioni e new entry, siamo sempre quelli che si ritrovano a mezzanotte per lo scambio dei doni e degli auguri,  tra risate e baruffe. A proposito, ragazzi… che si fa a Capodanno?

Nessun commento:

Posta un commento